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Gazzetta del Sud

25/06/2005

La richiesta avanzata in commissione regionale all'Ambiente dai sindaci Navarra, Etna e Oriti Rifiuti, tutti gli impianti a Mazzarrà

Il Comune collinare disposto ad accogliere i siti di trasferenza destinati ad Acquedolci e a Rometta a patto che la Sicilpower realizzi in loco il termovalorizzatore dirottato a Catania. “Dissequestrato” il Patrì

l.o.

BARCELLONA – I sindaci di Mazzarrà, Acquedolci e Rometta, hanno chiesto ieri durante l'audizione tenutasi davanti alla IV commissione regionale “Ambiente e territorio”, presieduta dall'on. Nino Beninati, il «riposizionamento nella provincia di Messina ed in particolare nel territorio di Mazzarrà Sant'Andrea, dell'impianto di selezione e biostabilizzazione originariamente previsto per Patti e che invece, per decisione della “Sicilpower” (società che dovrà costruirlo e gestirlo), dovrebbe essere realizzato in località Pantano d'Arci, in provincia di Catania». Solo a queste condizioni – come si legge nei comunicati diffusi al termine dell'audizione in commissione, il Comune di Mazzarrà Sant'Andrea, per il quale era presente il sindaco Carmelo Navarra, sarebbe disposto ad accettare le tre stazioni di trasferenza la cui ubicazione, contestata da comitati di cittadini e dalle amministrazioni locali era stata prevista nei centri di Caronia, Acquedolci e Rometta. La Commissione “Ambiente e territorio” ha rilevato l'assoluta necessità di tenere conto delle istanze provenienti dai sindaci dei tre Comuni e dai presidenti dell'Ato 1 di Sant'Agata Militello Francesco Origlio e dell'Ato 2 di Barcellona Andrea Paratore, quest'ultimi presenti all'incontro, invitando la “Sicilpower” a riconsiderare la scelta di costruire in provincia di Catania l'impianto del termovalorizzatore, preferendo il sito di Mazzarrà Sant'Andrea. Ai lavori della Commissione, oltre ai tre sindaci Enrico Etna (Rometta), Carmelo Navarra (Mazzarrà) e Salvatore Oriti (Acquedolci), hanno preso parte il vice commissario delegato per l'emergenza rifiuti avv. Felice Crosta e l'ing. Antonio Raciti della stessa struttura e l'amministratore delegato della Sicilpower ing. Bruschi. Presenti anche i deputati messinesi on. Santi Formica e Giuseppe Franchina. Al termine dell'audizione il presidente on. Nino Beninati, ha commentato: «è veramente assurdo che si vuole imporre con arroganza da parte della Sicilpower, la scelta da loro voluta del trasferimento dell'impianto previsto a Patti con l'ubicazione dello stesso in provincia di Catania, senza aver voltuto tenere in assoluto conto, la disponibilità manifestata dal Comune di Mazzarrà Sant'Andrea, che si era proposto per sostituirsi per l'impinato ubicato a Patti fin dal 2001. Questa soluzione inoltre, permetterebbe di concentrare i siti di trasferenza non voluti dai sindaci di Rometta, Acquedolci e Caronia nell'area di Mazzarrà Sant'Andrea. La soluzione adottata oggi dalla “Sicilpower” che prevede il termovalorizzatore in provincia di Catania comporterebbe per circa 60 Comuni delle due Ato un maggiore costo nel trasporto dei rifiuti». La Commissione tornerà a riunirsi il prossimo 28 giugno per esaminare una proposta di risoluzione che riporti in provincia di Messina, e precisamente a Mazzarrà Sant'Andrea, l'impianto di stabilizzazione dei rifiuti, oltre ad ubicare nello stesso sito gli impinati di trasferenza previsti a Rometta, Acquedolci e Caronia. Intanto il giudice delle indagini preliminari Anna Adamodel tribunale di barcellona, col parere favorevole del pubblico ministero Andrea De Feis titolare delle indagini, ha ordinato il dissequestro del torrente Patrì il cui alveo attraversa il territorio di cinque Comuni: Barcellona, Terme Vigliatore, Castroerale, Rodì Milici e Fondachelli Fantina. Il greto del Patrì era stato sequestrato dall'autorità giudiziaria l'8 marzo del 2003 a seguito di una operazione a tutela del territorio messa in atto dai carabinieri della compagnia di Barcellona perché il sito era stato trasformato abusivamente in una mega discarica di rifiuti speciali. Adesso, dopo oltre due anni dal sequestro l'indagine è stata archiviata e il Gip Anna Adamo ha dissequestrato l'alveo restituendolo alle competenze demaniali e della Provincia regionale, ente che dovrebbe provvedere al risanamento e alla vigilanza per impedire che fenomeni devastanti per l'ambiente possano nuovamente verificarsi. Permane, inoltre, la chiusura dei varchi realizzati abusivamente attraverso gli argini e che permettevano il libero accesso al greto.

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