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Rassegna Stampa

Gazzetta del Sud

05/08/2000

-Servizi off limits, assenza di punti di aggregazione e di spazi verdi

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-Giovanni Petrungaro

ROMETTA – La via Nazionale, strada dimensionata a misura di carretto oggi ospita gli autoarticolati. È uno degli oneri, forse il più pesante, che Rometta si trova a dover sopportare da quando si è trasformata da piccolo borgo medievale a “residenza” estiva dei messinesi. Un'ospitalità che col passare degli anni ha finito col condizionare la stessa autonomia dei residenti. E a confermare questa considerazione sono i dati: 7000 abitanti stabili che si moltiplicano nei mesi estivi sino a diventare 15 mila con “picchi” di ventimila ad agosto. Un affollamento che finisce per creare complicazioni di diversa natura. Per restare in tema di viabilità, a parte la via Nazionale, veramente incontrollabile nonostante il lavoro dei vigili urbani e dei rangers, l'assenza di un'altra arteria e di contro i numerosi incroci nelle viuzze che conducono al mare, determinano intasamenti ed incidenti. Soprattutto nelle ore notturne, quando l'illuminazione è insufficiente, gli scontri sono una costante quotidiana. A complicare ulteriormente le cose l'assenza di un lungomare, quasi un paradosso per un comune rivierasco, che si caratterizza quindi ancora per i collegamenti “a pettine” con la spiaggia. Uno stato di cose che ha comunque una spiegazione: l'espansione urbanistica realizzata senza la minima progettualità. Basta appoggiarsi sempre alle statistiche per verificare che nella metà degli anni '70 (tra il '74 ed il '76 in particolare) a Rometta sono stati edificati ben 12 mila vani, pari a circa 1200 mila metri cubi. Un vero e proprio saccheggio su un territorio comunale che complessivamente misura 3,6 Kmq. E tutto ciò – e questa è la beffa – senza alcun vantaggio per il Comune, visto che i cosiddetti oneri di urbanizzazione previsti dalla legge Bucalossi, sono stati introdotti nel 77! Per pochi anni le casse comunali hanno perso, lira più lira meno, circa 30 miliardi. Soldi che senza alcun dubbio avrebbero consentito importanti investimenti nel paese. Ed invece non solo alla crescita residenziale non è seguita quella territoriale, ma ben presto sono venuti al pettine i primi nodi: ci riferiamo ai principali servizi che nel periodo estivo non garantiscono ospiti e residenti. L'acquedotto e l'impianto fognario, infatti sono dimensionati secondo i dati dell'ultimo censimento e, seppur con difficoltà, riescono a garantire limiti di 10-12 mila presenze giornaliere. Quando i “picchi” si alzano ecco che arrivano i disservizi e i problemi. E l'economia locale? All'aggressione edilizia del territorio ha fatto almeno da contraltare un beneficio economico. La risposta viene dagli operatori locali che sostengono di aver avuto dei riscontri solo nei primi anni. Per il resto – fanno capire con un velo di amarezza – a Rometta, i messinesi acquistano solo il pane, il giornale e qualcosa per fronteggiare l'emergenza». In realtà l'interazione tra i messinesi ed i locali non è mai avvenuta. Troppo diverso il modus vivendi. Soluzioni? Sicuramente operare un'inversione di rotta è possibile a condizione che gli amministratori comunali, effettuino uno studio del territorio e programmino degli interventi correttivi.

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