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Gazzetta del Sud

23/11/2002

Il disastro di Rometta A dicembre i nuovi accertamenti dei periti I carrelli ai raggi X

Le strutture delle ruote del locomotore e della prima vettura saranno esaminate nell'officina Utmr di Verona

n.a.

Escludere con sicurezza tutte le ipotesi alternative della sciagura, per concentrare definitivamente sforzi e attenzione su quel maledetto giunto provvisorio che non ha retto al passaggio del treno. Ecco la nuova tranche di accertamenti che svolgeranno i quattro periti della Procura di Messina tra Rometta Marea e Verona, nell'ambito dell'inchiesta sul disastro ferroviario che il 20 luglio scorso provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre quarantasette. Un'inchiesta che vede attualmente iscritte otto persone nel registro degli indagati, con una “coda giudiziaria” altrettanto importante che riguarda le infiltrazioni mafiose negli appalti della rete ferroviaria in Sicilia. I periti e i sostituti procuratori Vito Di Giorgio e Giuseppe Sidoti, i due magistrati che indagano sulla sciagura, hanno “scalettato” altra attività. Sarà comunque necessaria una proroga per le attività peritali, visto che il primo termine scadeva ai primi di dicembre ed è stata invece programmata una doppia seduta di accertamenti per il 16 e 17 dicembre. Seduta che però non si svolgerà solo a Rometta Marea, bensì all'Officina Utmr delle Ferrovie, alla stazione “Porta-Vescovo” di Verona, dove esiste l'unico laboratorio specializzato in Italia per effettuare esami particolari su vetture e binari. A Verona però saranno trasportati solo i “carrelli” del locomotore e del primo vagone (la struttura delle ruote), in quanto per trasportare l'intera motrice (da sistemare su un altro vagone) bisognerebbe bloccare l'intera tratta da Messina a Verona. E questo per un motivo molto semplice: perché il locomotore sporge parecchio dai lati, e quindi non consentirebbe a nessun altro convoglio di transitare in senso inverso. Solo dopo questa nuova serie di accertamenti su ciò che rimane del “Freccia della Laguna” i professori Gaetano Bosurgi, Antonio Risitano e Antonino D'Andrea, che insieme al prof. Giorgio Diana compongono il collegio di periti, consegneranno la loro relazione, che si preannuncia piuttosto voluminosa e arricchita da una simulazione al computer del disastro. Insomma il loro lavoro è ancora lungo, non finirà prima di febbraio o marzo probabilmente, così come sarà lunga l'inchiesta che i pm Di Giorgio e Sidoti conducono praticamente senza sosta da quel maledetto pomeriggio del 20 luglio, quando alle 18 e 56 l'Espresso proveniente da Palermo schizzò fuori dai binari e piombò sul casello. Il primo atto “visibile” si è registrato a settembre, quando i due magistrati hanno inviato otto informazioni di garanzia ad altrettanti indagati, con le accuse di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni colpose. Si tratta di due rappresentanti della ditta “Esposito Spa” di Caserta, che pochi giorni prima della sciagura eseguì i lavori di risanamento della tratta di Rometta Marea, e di sei tra funzionari e dipendenti di Rfi (Rete ferroviaria italiana), che avrebbero dovuto vigilare sulle condizioni di sicurezza ma che secondo l'accusa non lo fecero. Novità anche sul fronte dei feriti che hanno riportato lesioni dopo il disastro ferroviario. Nei giorni scorsi uno dei legali che assiste alcuni passeggeri del “Freccia della Laguna”, l'avvocato Daniela Agnello, ha ricevuto una lettera di Rfi, lettera che probabilmente in questi giorni staranno ricevendo anche gli altri passeggeri rimasti feriti. Nella missiva Rfi intanto si scusa di quanto è accaduto e poi comunica di essere a disposizione di tutti i passeggeri per provvedere al risarcimento di tutte le spese e dei danni sofferti, con l'avviso che c'è la possibilità per i legali dei feriti di prendere contatti con le Assicurazioni Generali, la compagnia che gestirà per conto di Rfi la non facile questione dei risarcimenti dei danni. (n.a.)

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