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Repubblica.it

22/07/2002

La tragedia del treno "Un guasto ai binari"

La procura punta sul cedimento della linea ristrutturata la locomotiva è schizzata via all'improvviso

FRANCESCO VIVIANO

ROMETTA MAREA (Messina) - La locomotrice che trainava le sette carrozze dell'Espresso "Freccia Laguna", è schizzata via dal binario come una palla di biliardo che viaggia però ad oltre 100 chilometri l'ora. E' volata via ad una sessantina di metri dalla scarpata, dove poi è precipitata ruotando di 180 gradi e lanciando la volata alle sette carrozze che la seguivano. Le prime due, dove si trovavano otto dei passeggeri morti, si sono schiantate contro il piccolo edificio rosa del casello ferroviario distruggendolo. Li, proprio in quel punto, una ganascia provvissoria, due strisce d'acciaio di poco meno di 20 centimetri che "legano" due pezzi della rotaia sinistra del binario, si è allentata. La ruota anteriore sinistra del carrello della locomotrice è uscita fuori dalla sua guida ed il treno è impazzito, provocando la strage. Sarebbe questa la causa della tragedia, l'allentamento di quella ganascia che, dopo il rodaggio, doveva essere saldata. Ed in quel punto adesso è ferma l'ultima carrozza del convoglio ferroviario, la "vettura" numero 61837290031-4 posta sotto sequestro giudiziario con l'intero convoglio. E' questa l'ipotesi privilegiata dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Messina supportata dai primi rilievi e dalle dichiarazioni di alcuni anziani ferrovieri. Non a caso, fanno notare, è venuto Mauro Moretti, amministratore delegato della rete dell'azienda delle ferrovie, un tecnico che si occupa proprio di binari. Sarebbe quindi esclusa l'ipotesi del cedimento del carrello della motrice, revisionata nel giugno scorso e che aveva percorso appena 6 mila chilometri, metà di quelli previsti per la successiva revisione. In quel tratto di binario, fino a qualche giorno fa erano in corso lavori di rifacimento, e fino all'una di notte del 17 luglio scorso si poteva viaggiare ad una velocità massima di 60 chilometri all'ora. Da quel giorno era stata data l'autorizzazione a raggiungere la velocità di 100 chilometri orari e sarà la scatola nera del treno, sequestrata dalla magistratura, a svelare a che velocità andava il treno al momento del deragliamento. Quel tratto di binario dunque non era ancora definitivamente collaudato e l'aumento della velocità, dice un esperto delle ferrovie dello Stato presente sul posto, potrebbe avere provocato (con il calore e con le vibrazioni) l'allentamento di quella ganascia che ha fatto "volare" fuori dal binario la locomotrice. Sarà una squadra di periti nominati dal procuratore della Repubblica Luigi Croce a confermare quell'ipotesi, o a stabilire altre cause che hanno provocato il deragliamento della "Freccia Laguna". Ma è proprio su quel punto che i sostituti procuratori Vito Di Giorgi e Roberto Sidoti hanno puntato la loro attenzione, ordinando dei rilievi accurati. "Era tutto regolare, non c' era nessun problema, né con gli scambi né con le luci. Poi ho sentito un rumore terribile, mi sono affacciato e ho visto in lontananza i vagoni sparpagliati sui binari", conferma Salvatore Feminò, capo stazione di Rometta Marea. "Non è un incidente stradale - afferma il procuratore Croce - per cui tutto dovrebbe essere più semplice anche se è necessario attendere il lavoro dei periti". Altre due inchieste sono state avviate, quella delle Ferrovie e quella disposta dal Ministro delle Infrastrutture Lunardi che ieri, insieme al presidente della Regione siciliana, Totò Cuffaro, ed al vice ministro, Miccichè, ha fatto visita ai feriti (dei 47 soltanto sette ancora ricoverati) portando i saluti del presidente della Repubblica Ciampi e del presidente del Consiglio, Berlusconi. I danni materiali sul teatro dell'incidente appaiono consistenti. I tecnici delle ferrovie sono in attesa di un carro-gru speciale in arrivo da Firenze, per rimuovere la motrice ed i sette vagoni. Ma i lavori non potranno cominciare se non dopo l'autorizzazione del magistrato, a conclusione dei rilievi di scientifica della polizia e dei carabinieri cominciati ieri mattina. Dal momento in cui sarà possibile cominciare lo sgombero di quella che è la più importante strada ferrata siciliana passeranno tra sette e dieci giorni

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