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Gazzetta del Sud

18/05/2011

Conti e giochi di prestigio all'Ato 2 Davanti al monocratico sei imputati

Amministratori e revisori. Ventisette Comuni e l'Adoc parte civile

Leonardo Orlando

Barcellona Quando ancora non si è spenta in aula l'eco delle richieste di condanna formulate lunedì scorso dal pubblico ministero Francesco Massara nel processo per i falsi in bilancio realizzati ai danni dei contribuenti dall'Ato 2 per gli anni 2005 e 2006, ieri si è aperto il secondo troncone del procedimento penale sull'ipotesi di falsità in bilancio e false comunicazioni sociali per il bilancio di esercizio 2007, redatto dagli ex amministratori della stessa società d'ambito che gestisce i rifiuti nei 38 comuni compresi tra Villafranca a Brolo. A giudizio per questa seconda tranche d'inchiesta, i tre ex componenti del consiglio di amministrazione dell'Ato 2, assieme al collegio sindacale tuttora in carica: devono rispondere di falso in bilancio e false comunicazioni sociali in relazione al bilancio di esercizio del 2007, approvato dall'assemblea dei sindaci dei comuni azionisti. Sindaci che avevano eletto e sostenuto i sei imputati e ieri in 27, su un totale di 38 comuni, non hanno esitato a costituirsi parte civile. In aula, ancora una volta, sono comparsi l'ex presidente del Cda dell'Ato, il medico Andrea Paratore, ex sindaco di Falcone in quota An, dimessosi l'11 marzo del 2009 dalla società d'ambito. Assieme a Paratore a giudizio per la prima volta anche l'ex vice presidente Stefano Salmeri, ex capogruppo di Fi al Comune di Milazzo e l'attuale vicecommissario liquidatore dell'Atro 2, Santi Gangemi all'epoca amministratore delegato della stessa società, in quota Udc, di Monforte San Giorgio. In aula, perchè anch'essi rinviati a giudizio, i tre attuali componenti del collegio dei revisori di bilancio. Si tratta dei commercialisti Salvatore Scilipoti di Barcellona, Orazio Russo di Sant'Agata e Giuseppe Patti di Rometta. Tutti devono rispondere dei conti del 2007. Per quell'anno la Procura di Barcellona contesta agli indagati «che la situazione di equilibrio di bilancio rappresentata è stata "raggiunta" mediante l'iscrizione quali ricavi di crediti ed attività che nella realtà sarebbero inesistenti per un valore - per il solo 2007 - di 8 milioni e 495 mila euro». Somme queste relative al conguaglio della Tia del 2007 e che in realtà pur essendo iscritte tra i crediti non saranno mai riscosse anche per la reazione popolare che ha indotto sindaci e amministratori dell'Ato 2 a "rimangiarsi" le bollette, tanto che erano state notificate ai contribuenti che nel bene e nel male avevano fin qui onorato gli impegni. Inoltre si contesta il particolare che gli amministratori avrebbe iscritto anche per il 2007 le somme frutto del buco di gestione come "da introitare" per gli anni 2005 e 2006 per un totale di 13 milioni e 176 mila euro e in realtà inesistenti, quindi falsamente iscritti a bilancio. L'operazione avrebbe consentito agli imputati di ridurre le perdite di esercizio di 8 milioni e 854 mila euro e aumentando in bilancio il patrimonio netto di 21 milioni e 672 mila, con conseguente alterazione della rappresentazione del risultato economico conseguito dall'Ato. Ieri hanno chiesto di costituiti parte civile i Comuni di Barcellona, Milazzo, Villafranca, Roccavaldina, Pace del Mela, Gualtieri Sicaminò, San Pier Niceto, Torregrotta, Venetico, San Filippo del Mela, Fondachelli Fantina, Spadafora, Sant'Angelo di Brolo, Patti, Castroreale, Rometta, Saponara, Basicò, Santa Lucia del Mela, Valdina, Mazzarrà Sant'Andrea, Monforte San Giorgio, Rodì Milici, Librizzi, Condrò, Montalbano Elicona, Falcone. Altri 11 Comuni hanno deciso di restare fuori. L'unica associazione di consumatori costituitasi è stata invece l'Adoc. Il processo, diversamente dal primo troncone, è affidato ad un giudice onorario che ha accolto la richiesta della difesa i cui legali vogliono esaminare la documentazione delle richieste di parte civile. Il processo è stato aggiornato al prossimo 21 giugno.

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