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Gazzetta del Sud

18/11/2010

"Sacrificio" di Marmino, in Giunta entra Bisazza

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Tonino Battaglia

Il rimpasto è servito. Dopo le dimissioni di Nicolò Cannavò e l'ingresso in giunta del consigliere Andrea Di Perri, è Santi Marmino – titolare delle deleghe a Pubblica istruzione, servizi cimiteriali, rapporti con il consiglio comunale, vivibilità e qualità della vita, pari opportunità, gestione e fruizione dei beni culturali e monumentali – a rimettere l'incarico nelle mani del primo cittadino. Al suo posto Abbadessa ha nominato Antonino Bisazza, 56 anni commerciante, già presidente della locale associazione di categoria, nelle ultime amministrative, era stato vicino alle lista "Uniti per Rometta" opposta all'attuale sindaco. Si tratta, in pratica, dell'ultima scossa di assestamento dopo il terremoto politico consumatosi con lo "strappo" primaverile del gruppo "Vivi Rometta" sul voto di bilancio, che aveva portato al "licenziamento" dei due assessori Saija e Messina e alla fuoriuscita del gruppo dalla coalizione di maggioranza. Così, nel giro di sei mesi, i cittadini hanno assistito prima al varo della "giunta del sindaco", con l'inserimento di Cannavò e Antonino Venuto e, infine, all'ingresso nell'esecutivo prima di Di Perri e, adesso, di Bisazza. Decisione, questa, che ha il sapore del "sacrificio" in nome della ragion di squadra: «Una scelta resa necessaria – scrive infatti Marmino nella sua missiva al sindaco, al quale rinnova comunque la sua fiducia – per le mutate condizioni di schieramenti createsi in consiglio comunale e per dare la possibilità di nuovi equilibri che permetteranno la formazione di un nuovo gruppo di maggioranza per la continuità amministrativa». Allo stato attuale, infatti, il primo cittadino Abbadessa gode in aula della fiducia incondizionata di appena 5 consiglieri, e la scelta di nominare Antonio Bisazza sembra andare nella direzione di ottenere la convergenza almeno con una parte della minoranza che adesso, presumibilmente, chiarirà in consiglio la sua posizione. Ma su questa nuova maggioranza Marmino non nasconde le sue perplessità, definendola «incerta e critica, scaturita né dal responso delle urne né da una serena e aperta concertazione nel gruppo storico dei sostenitori».

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