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Rassegna Stampa

Gazzetta del Sud

18/02/2011

La "ruota della vita", cronache da un orfanotrofio

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Tonino Battaglia

Dalle sofferenze e dalle privazioni di un'infanzia negata alla conquista della dignità perduta; in mezzo, l'affresco di una Sicilia bella e amara, in cui la povertà spesso spinge al compimento de gesti più disperati. Tutto questo e molto altro è contenuto nel volume "La ruota della vita" scritto da Rosario Genio, uno dei due orfanelli (l'altro è Tindaro Arlotta) cresciuti dalle suore dell'Opera Pia "Nino Scandurra" di Rometta e ritrovatisi dopo 40 anni grazie al programma di Rai uno "Festa Italiana". Quest'estate Genio e Arlotta hanno rivisto i luoghi della loro infanzia, riabbracciato tanti ex compagni dell'Opera Pia e, soprattutto, sono stati coccolati dall'affetto di un'intera comunità commossa dalla loro storia e dal loro attaccamento per la cittadina che li ha visto muovere i primi passi. Un calore così travolgente da spingere uno dei due, Arlotta, ingegnere giramondo, a mettere nuove radici nell'antica fortezza medievale, e tale da coinvolgere entrambi in progetti finalizzati alla solidarietà e alla crescita del centro tirrenico. Il volume appena dato alle stampe sarà presentato il mese prossimo a Rometta in conferenza stampa dallo stesso Rosario Genio. Il titolo – "Una ruota per la vita" – riassume da solo molto bene lo scenario e il clima in cui si sviluppa la narrazione. La ruota, infatti, altro non è che la cosiddetta "ruota degli esposti", una specie di armadietto rotante, che, spinto verso l'interno, inseriva il piccolo dentro la struttura in cui era collocata (in genere conventi o ospedali), abbandonandolo per sempre nell'anonimato. Così accadde a Rometta per l'autore nel 1963: «Il racconto – spiega Genio – ripercorre quelle vicende, scavando dentro i meandri della memoria e facendo riaffiorare, tra suore severe, le corse dietro al fruttivendolo per sgraffignare qualche banana, e il solidale legame tra quei piccoli compagni che chiedevano solo amore e calore, lo spaccato di una realtà economico-sociale che caratterizzava la Sicilia di 50 anni fa. Dove la povertà portava spesso all'abbandono dei propri figli. Ma il libro intende sensibilizzare anche le coppie che oggi adottano dei bambini sul ruolo particolarmente difficile e delicato cui sono chiamate».

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