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Omnia Press

28/05/2008

L'apocalisse di Spadafora e della costa tirrenica

Emergenza incendi

Orazio Bonfiglio

L'apocalisse. Ecco cosa ha vissuto per tutta la giornata di ieri la comunità di Spadafora il centro più danneggiato dalle fiamme che hanno tenuto in scacco la costa tirrenica tra la Litoranea Nord di Messina fino a Rodì Milici, soprattutto a causa del forte vento di scirocco che ha sferzato l'area per tutto il giorno, alimentando così il fuoco divenuto incontrollabile. Autostrada chiusa a singhiozzo, la Statale 113 paralizzata fino a tarda notte, dispiegamento di forze dell'ordine in tutto il territorio. Il bilancio, provvisorio, racconta di due persone intossicate ricoverate all'ospedale di Milazzo e di un terzo, trasportato d'urgenza al Policlinico di Messina e operato nella notte a causa delle ustioni sul 30% del corpo. I feriti, tutti residenti a Spadafora, nella frazione San Martino la più da colpita dal rogo. I danni nel centro spadaforese sono ingenti, ma al momento non ancora quantificabili. Ricostruiamo gli eventi secondo l'ordine cronologico. ROMETTA Le prime avvisaglie che quella di ieri sarebbe stata una giornata davvero infernale per gli addetti ai lavori si hanno alle prime luci dell'alba quando intorno alle ore 6 a Rometta Centro, nella frazione di San Cono iniziano a bruciare sterpaglie. Il fuoco cresce di minuto in minuto e si teme per le abitazioni vicine. In realtà le fiamme non sono altro che una prosecuzione del lunedi, quando tra Roccavaldina, Venetico Superiore e la stessa Rometta Centro erano andati in fumo ettari di macchia mediterranea. A Rometta Centro il problema è stato risolto quasi subito, ma l'assenza di bocchettoni ha costretto i Vigili del Fuoco ed il Corpo Forestale a ricaricare le proprie autobotti a Roccavaldina per poi ritornare a Rometta Centro. VILLAFRANCA E MESSINA NORD Intanto nella tarda mattinata si apre il fronte Messina Nord al confine con il Comune di Villafranca. Bruciano alberi ed erbe nei villaggi di Orto Liuzzo, Gesso, Marmora, Tarantonio, Rodia. Ma ciò che più preoccupa tutti è l'autostrada. Infatti, a causa del vento, una coltre di fumo si è adagiata proprio sullo svincolo di Villafranca rendendo impossibile il transito delle autovetture. Paura anche per i casellanti che in alcuni momenti sono stati costretti ad abbandonare la loro postazione per cercare di ripararsi dal fumo che ha invaso i gabbiotti. Sono le ore 13 circa. La Polizia Stradale decide di far chiudere il transito di mezzi da Villafranca in direzione Messina. Vengono allertati i Carabinieri ed i Vigili Urbani di Villafranca perchè improvvisamente si apre un altro fronte proprio nella strada che conduce alla barriera autostradale. Immondizia, sterpaglie e alberi prendono fuoco alimentati dal vento, ma anche dalla zona che è completamente aperta. Alcune abitazioni della zona vengono minacciate dalle fiamme. Mentre i Vigili del Fuoco ricaricano le proprie autobotti nell'area di protezione civile di Villafranca, si apre un nuovo fronte. TARANTONIO Fra Orto Liuzzo e Tarantonio è un susseguirsi di piccoli focolai che si uniscono e crescono a dismisura. Diverse le abitazioni che vengono evacuate per sicurezza. Le Forze dell'Ordine bloccano il transito. Dalla statale, in direzione Messina, si procede fino a Tarantonio. Troppo pericoloso far transitare i mezzi visto che il fuoco è ormai a ridosso della strada. Saltano nel frattempo, a macchia di leopardo, le linee telefoniche e dell'elettricità. La situazione più rischiosa è nella strada che conduce a Salice con detriti, rami e pali telecom spezzati che finiscono in strada. Ma a ripulire il sedimento stradale e consentire il transito ci pensano gli agenti della Polizia Provinciale, impegnati in tutte le strade di loro competenza. Ma il fronte più grosso è ormai a Spadafora. SPADAFORA Basta alzare gli occhi al cielo e poi guardare in direzione Capo Milazzo. Proprio da Spadafora si leva una grossa nube di fumo che, sospinta dal vento si dirige verso le Isole Eolie. Raggiungere Spadafora, già nel pomeriggio, è molto difficile. Più ci si avvicina, più ci si rende conto della gravità della situazione. Si vede un candair librarsi dal mare e prendere la via delle colline in fiamme. Una, due, tre volte. Ma saranno così tante fino alle 20 che si perde anche il conto. UNITA' DI CRISI La via Nazionale è inaccessibile poichè il fumo la fa da padrone e la Polizia procede con la chiusura degli esercizi commerciali. Al Comune viene immediatamente attivata l'unità di crisi coordinata dal Responsabile della Protezione Civile Regionale ing. Bruno Manfrè che, insieme al sindaco Giovanni Giaimis e gli altri elementi della Protezione Civile, ing. Marletta e geometra Morabito, passano subito all'azione. Vengono allestiti tre centri d'accoglienza: aula consiliare, scuola elementare e Palasport. Nei centri d'accoglienza, presidiati dai volontari della Misericordia di Spadafora, aiutati anche dai colleghi di Messina e San Piero Patti giunti per dare manforte, arrivano gli sfollati di San Martino, circa 200, ed un numero quasi uguale da Grangiara. Soprattutto intossicazione, bruciore agli occhi e panico tra i cittadini spadaforesi che sono stati trasportati con i mezzi della Protezione Civile ed autoambulanze. Nel frattempo i Carabinieri ed i Vigili Urbani regolano il traffico e invitano alla calma i cittadini. Il fronte che sembra non accennare a placarsi è proprio quello di San Martino. SAN MARTINO Proviamo ad inoltrarci a piedi finchè le fiamme ed il fumo lo rendono possibile. Salendo per via San Martino sembra di assistere ad una rappresentazione dell'inferno dantesco: uliveti ancora in fiamme, la vegetazione del cimitero completamente bruciata, un mezzo meccanico mangiato dal fuoco ed abbandonato in mezzo alla strada. Dal cavalcavia, che sormonta l'autostrada, si notano da un lato dei focolai e dall'altro i mezzi in coda da diverse ore. Salendo ancora troviamo il ritratto della disperazione. Quattro persone che cercano di spegnere le fiamme e cercare di salvare il possibile: la loro falegnameria, nota a tutti gli spadaforesi, è stata divorata dal fuoco e ripiegata su stessa come un castello di carte. STATALE Nell'altra vallata del paese le fiamme non accennano a placarsi e così l'emergenza si sposta in contrada Acquavena, l'ultima frontiera collinare prima che il fuoco tocchi la strada statale. Ma purtroppo i rimedi per arginare la corsa delle fiamme svaniscono. Il fumo è ormai sulla via Nazionale. Scene da film apocalittici si trasformano in realtà. La gente scende in strada con gli occhi rossi dal fumo, forse dalle lacrime, ed in preda al panico chiede aiuto ai Vigili del Fuoco che invocano la calma e danno consigli per cercare di prevenire. Ma il vento da acerrimo nemico viene in aiuto degli abitanti spadaforesi e così il fuoco cambia direzione. Quando ormai il sole è tramontato, le fiamme si dirigono verso Rometta Marea, mentre la Statale rimane off limits ed i mezzi bloccati in autostrada sono costretti a fare marcia indietro. Per oggi è previsto un primo bilancio dei danni effettuato dal sindaco Giaimis e dai componenti la Protezione Civile. Orazio Bonfiglio

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