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Gazzetta del Sud

10/08/2006

la parola alla gente Residenti, villeggianti e operatori commerciali puntano l'indice anche su viabilità e rifiuti «Se si vuol parlare di turismo si metta mano al ripascimento»

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Tonino Battaglia

ROMETTA – Spiaggia, decoro urbano, parcheggi, viabilità, spazi e attività per i giovani. Sono le cinque "note dolenti" che emergono dal nostro viaggio in una delle realtà turistiche più gettonate del comprensorio tirrenico. Da anni, ormai, il ritornello è sempre lo stesso. Il litorale che una trentina di anni fa era il più bello ed esteso della zona, è infatti stato progressivamente risucchiato, da una parte dall'azione erosiva del mare, dall'altra dall'azione sconsiderata dell'uomo. O, meglio, di speculatori e amministratori che negli anni '70-'80, senza alcun criterio di salvaguardia dell'ambiente e della vivibilità di un territorio, in barba a qualsiasi piano urbanistico, ne hanno pregiudicato per sempre la naturale vocazione turistica. La conseguenza è un autogol clamoroso: Rometta Marea – a differenza dei centri limitrofi – non avrà mai un lungomare, infrastruttura fondamentale per dare vita a un circuito turistico-ricettivo-balneare di rilievo com'è accaduto invece, di recente, a Venetico. Ma questa, dicevamo, è storia di trent'anni fa. Oggi bisogna pensare al futuro con le risorse che sono rimaste. E tra queste, la spiaggia è quella che, al momento, desta maggiori preoccupazioni. Da tutti, villeggianti, residenti, commercianti, operatori del settore balneare, si leva un coro unanime: «Urge un intervento immediato di ripascimento della spiaggia, altrimenti il turismo morirà». Su questo l'amministrazione del sindaco Etna sta lavorando da alcuni mesi. È in corso un progetto di ripascimento di tutto il litorale che dovrebbe accedere alla prossima tranche di finanziamenti regionali. Ma i tempi tecnici non sono brevi. Lo sa bene Carmelo Forgione, 31 anni, gestore dell'ex lido "Il Lanternino", situato sulla fetta di litorale che costeggia via Mezzasalma. Ex perché l'erosione della costa, dopo le mareggiate dello scorso inverno, ha indotto Forgione ad abbandonare l'attività di balneazione, per dedicarsi esclusivamente a quella di chiosco di bibite e gelati: «I 18 metri di spiaggia per cui avevo pagato la concessione demaniale – spiega – si sono ridotti a meno di 10, e non è possibile lavorare avendo uno spazio così piccolo. La prima cosa da fare per rilanciare il paese dal punto di vista turistico e quindi tutta la sua economia, non solo di noi operatori del settore, è tentare di recuperare il litorale che sta scomparendo con un progetto serio. Senza la spiaggia, non ci può essere futuro». Concetto condiviso da Rosario Roccasalva, 58 anni, pensionato, che oggi vive a Settimo Torinese, ma ha vissuto tanti anni nel centro tirrenico. «Rometta non può purtroppo definirsi un centro turistico a tutti gli effetti – afferma – perché mancano elementi fondamentali come spiaggia, lungomare e tutto l'indotto, cioè la possibilità di aprire locali, negozi, strutture ricettive. Sicuramente è più un posto per le famiglie, ma offre poco o niente ai giovani. Bisogna sfruttare maggiormente gli spazi che ci sono, come piazza Padre Pio, piazza Stazione e le poche aree libere rimaste, per realizzare strutture per i ragazzi». Già, come vedono i giovani Rometta? Abbiamo incrociato due ragazze, una residente, l'altra turista proveniente dal Nord: «Rometta è carina, ma non ci sono molte cose da fare – dice Alessandra Mento, 17 anni, da Bergamo in vacanza nella terra d'origine dei genitori – ci vorrebbe qualche locale in più, una discoteca, una piscina comunale, una palestra polifunzionale. Per fare qualcosa di diverso dobbiamo spostarci a Venetico o Milazzo». «Mancano proprio – aggiunge la 19enne Francesca Cancellieri, di Rometta – punti in cui incontrarsi e fare qualcosa di divertente e costruttivo». L'unico è la villa comunale, teatro fra l'altro, degli spettacoli estivi organizzati dall'amministrazione comunale. Eventi graditi – dicono quasi tutti gli intervistati – come le performance di Giobbe Covatta, Franco Neri e i Fichi d'India, o l'inossidabile "Cantatombola", ma come rileva Antonino Di Perri, gestore di un noto bar, «negli ultimi anni si è registrato un calo sensibile delle presenze turistiche, proprio per la mancanza di attrattive». Ci sono poi servizi di cui – in una località definita "turistica" – si sente la necessità come, per esempio, un punto d'informazioni turistico; e altri, invece, che esistono ma andrebbero migliorati: la pulizia delle strade e delle spiagge. Il trasferimento di competenze dal Comune all'Ato fa rimpiangere la gestione diretta del servizio, creando problemi sia dal punto di vista igienico sia di immagine per il paese. «Da quando c'è l'Ato – affermano Maria Salvoe il marito Franco Di Mauro, titolari di un'edicola in via Nazionale – le strade sono sempre sporche e i cassonetti dell'immondizia non vengono puliti. Un servizio scadente che non vale le tasse che invece paghiamo». Ma anche le spiagge non spiccano quanto a decoro: «La pulizia della costa non viene curata – dice Gino Cangemi, agente di commercio – la spiaggia è abbandonata e non si vede l'ombra di un cestino portarifiuti. Così facendo non si fa altro che scoraggiare i villeggianti. Proteggiamo invece il litorale, puntiamo su un serio progetto di ripascimento, sulla realizzazione di strutture alberghiere e sulla valorizzazione del cento collinare. Solo così si può sperare in una rinascita turistica di Rometta». Anche se sono attivi servizi importanti come i guardaspiagge, le docce e gli accessi sono meglio fruibili, di spiaggia e strade sporche parlano anche la signora Daniela La Spina, messinese in villeggiatura a Rometta, Santino Filogamo – anche lui messinese, ma trapiantato da anni a Padova – con la moglie Antonella Maistrello e Francesco Manselli, di Napoli, anche se ques'ultimo segnala che «c'è di mezzo anche una questione di civiltà da parte di tutti, dato che spiagge e strade non si sporcano da sole con cartacce e rifiuti»; Filogamo si mette nei panni di un amministratore che ha sempre meno risorse a disposizione, proponendo di fare, se serve, un piccolo sacrificio in più sulle tasse pur di avere un servizio adeguato. Infine, viabilità e parcheggi. Questione annosa e di difficile soluzione, visto lo stretto budello qual è in realtà la Statale 113, l'arteria su cui sono concentrate la maggior parte della attività commerciali. Nulla è cambiato su questo fronte: anche la sosta su una fila crea ingorghi e rischio di incidenti. «Quella dei posti auto – affermano sia i coniugi Di Mauro sia Di Perri – è una priorità che non può essere più rimandata».

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