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Gazzetta del Sud

30/06/2006

I sindaci affondano la gestione rifiuti Ato2, bocciato il Consuntivo

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Franco Miano

BARCELLONA – Non passa il bilancio consuntivo (al 31 dicembre 2005) presentato dal consiglio di amministrazione dell'Ato2 Me. L'assemblea dei sindaci, convocata dal presidente Andrea Paratore nell'aula consiliare di Palazzo Longano, ha votato no al conto consuntivo che è stato bocciato a maggioranza. Dei sindaci presenti venti hanno votato contro e dieci si sono astenuti (compresa la Provincia). Contrari all'approvazione del bilancio sono stati i comuni di Basicò, Brolo, Condrò, Gioiosa Marea, Milazzo, Monforte S. Giorgio, Montalbano, Patti, Piraino, Roccavaldina, Rometta, S. Angelo di Brolo, S. Filippo del Mela, S. Piero Patti, Saponara, Spadafora, Tripi, Valdina, Ventico, Villafranca. Si sono astenuti i rappresentanti della Provincia e di Barcellona, Falcone, Fondachelli Fantina, Montagnareale, Novara di Sicilia, Rodì Milici S. Pier Niceto, Torregrotta. Assenti i sindaci di Castroreale, Furnari, Gualteri Sicaminò, Librizzi, Mazzarrà S. Andrea, Merì, Oliveri, Pace del Mela, S. Lucia del Mela e Terme Vigliatore. L'assemblea ha poi deciso di rinviare al prossimo 13 luglio la nomina del nuovo consiglio di amministrazione. Una vera e propria alzata di scudi, che avrà forti ripercussioni amministrative, contro Paratore e il suo Cda. Questa volta, a differenza dell'ultima seduta in cui la maggioranza dei sindaci non votò la sfiducia al consiglio di amministrazione, il fronte del no è stato più ampio e compatto, affondando il bilancio consuntivo. Un vero e proprio atto di sfiducia. Una volta illustrato il bilancio (di euro 19.971.531) i sindaci hanno manifestato il loro disappunto, contestando il documento contabile e lo stesso consiglio di amministrazione. Le contestazioni dei sindaci hanno avuto riguardo al servizio inesistente, strade sporche, cassonetti stracolmi, bollette salate e cittadini in rivolta per i disservizi. Un po' tutti i sindaci hanno sottolineato il malcontento dei cittadini. Parecchie le proposte. Il sindaco di Patti, Venuto, in un primo intervento ha suggerito un incontro in Prefettura per cercare di trovare una soluzione ad una situazione che non è altro che un suicidio amministrativo collettivo. Successivamente ha proposto l'autosciglimento dell'Ato. Il sindaco di Tripi ha contestato il bilancio affermando che "manca da parte nostra qualsiasi capacità di controllo". Il sindaco di Milazzo, Lorenzo Italiano, ha evidenziato le carenze del servizio. Dopo aver parlato di ostruzionismo da parte dagli addetti ai lavori, Italiano ha sostenuto che l'Ato non ha posto in essere quanto necessario per garantire la salute pubblica. Durante la seduta, a tratti anche dai toni accesi, è venuta fuori la proposta dell'assessore Giuseppe Cannata del comune di Barcellona che ha chiesto un rionvio di 5 giorni. Proposta condivisa solo dal sindaco di Mazzarrà. Il presidente Paratore ha replicato alle accuse evidenziando che buona parte delle spese inserite in bilancio si riferiscono a fatture di servizi dei Comuni prima dell'istituzione dell'Ato. Il sindaco di Brolo, on. Laccoto che ha accusato Paratore di aver presentato il bilancio con notevole ritardo, sostenendo l'autoscioglimento dell'Ato. Astenuto l'assessore provinciale Ferro che ha detto di condividere le dichiarazioni della maggior parte dei sindaci. Ma il momento più critico della seduta lo si è avuto quando è stata distribuita tra i soci sindaci la fotocopia della nota della Triveri, società di revisione, nella quale è evidenziato che «a causa delle limitazioni alle nostre verifiche, non siamo in grado di esprimere un giudizio se il bilancio è stato redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico dell'Ato» Il sindaco Giancarlo Campisi del comune di Piraino, prima della votazione, ha letto in aula le motivazioni del no al bilancio, riassunte in tre punti: 1) Non sono state rideterminate le tariffe definitive per effettuare il conguaglio sulle fatture e non si è in grado di dire ai cittadini quanto si dovrà pagare. 2) Dai costi non sono stati stralciati i servizi non resi dall'appaltatore del servizio, come più volte richiesto. 3) La società di revisione non è stata in grado di esprimere un giudizio se il bilancio nel suo complesso è stato redatto con chiarezza e rappresenta in modo corretto e veritiero la situazione patrimoniale e finanziaria dell'Ato.

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