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Gazzetta del Sud

29/03/2006

Servizi sociali, salpa il Piano di zona Finanziamenti per quasi 10 milioni di euro. Rao: «L'obiettivo? Dall'emergenza all'inclusione»

Con tre anni di ritardo e dopo innumerevoli riunioni chiuso l'accordo di programma che riguarda 14 centri (Messina comune capofila)

Francesco Celi

Sottoscritto l'accordo di programma e celebrata l'ultima conferenza dei servizi, l'iter relativo di Piano di zona del Distretto socio-sanitario D26 è giunto finalmente alla conclusione. Operazione niente affatto semplice nel suo complesso – i diversi passaggi si sono protratti per mesi e mesi – che dà impulso ai servizi sociali di un vastissimo comprensorio che ha in Messina il comune capofila e in Alì, Alì Terme, Fiumedinisi, Furci Siculo, Itala, Mandanici, Nizza di Sicilia, Roccalumera, Rometta, Saponara, Scaletta, Pagliara e Villafranca gli altri centri coinvolti. Nei prossimi giorni, fa sapere un più che soddisfatto assessore ai Servizi sociali Pippo Rao, che ringrazia «l'Ausl 5 per il decisivo contributo fornito», il documento votato dal "Gruppo Piano" – nella tabella a fianco il dettaglio dei fondi a disposizione e i diversi settori di destinazione: quasi 10 milioni di euro nel complesso – sarà inviato a Palermo per il parere di conformità, dopodiché saranno sbloccate le somme destinate al quadro degli interventi. Risorse che fanno riferimento al triennio appena conclusosi e alle quali Messina «accederà – puntualizza Rao – con grande ritardo e dopo innumerevoli traversie». L'obiettivo è comunque ormai sul punto di essere colto: la nostra città, in un ambito di intervento molto sentito e particolarmente delicato, potrà fruire di risorse statali «che in un momento di crisi finanziaria per l'ente rappresentano elemento fondamentale per mantenere, attivare e implementare servizi indispensabili alla persona e per la protezione sociale in un contesto altamente deficitario. Inoltre», afferma l'assessore Rao, «l'avvicinarsi delle scadenze dei progetti di tutela sociale finanziati in passato, progetti che non saranno procrastinati, rischiava di lasciare Messina priva di strumenti di sicurezza sociale e con la responsabilità di dover fare fronte agli onori con le sole magre risorse comunali». Di fatto, dunque, si aprono nuovi scenari per le politiche sociali del territorio. «Certo», sgombera il campo dalle illusioni Pippo Rao, «le somme messe a disposizione continuano a essere insufficienti per dotare la città di tutti quei servizi che sono sempre più indispensabili in un contesto come il nostro, ma almeno si potrà iniziare a programmare e soprattutto attivare servizi e progetti avendo certezza dei finanziamenti». Il Piano di zona finanziato è sostanzialmente quello pianificato qualche anno fa, visto che si sarebbe dovuto attivare nel triennio che volge al termine. L'Amministrazione Genovese, attraverso l'assessore Rao, alla luce del grave ritardo accumulato – quante riunioni, in sede di conferenza dei servizi andate deserte o incapaci di partorire una strategia organica –, con il rischio che i fondi non arrivassero più, ha deciso di portare avanti la vecchia programmazione riservandosi però, una volta ottenute le risorse, una rimodulazione del piano e la contestuale immediata attivazione delle procedure per la pianificazione del secondo triennio; programmazione che dovrà registrare il coinvolgimento del "terzo settore" e del mondo del volontariato. «L'obiettivo», spiega Rao, «è quello di passare da un modello di protezione sociale meramente assistenzialistico a un modello comunitario. Ovvero, saranno approntati piani sociali circoscrizionali affinché la lettura, l'analisi e la mappatura dei bisogni – fatta anche con l'ausilio di metodiche innovative e con il coinvolgimento dell'Università, delle Circoscrizioni, delle parrocchie, oltre che di altri attori sociali come scuola, Ausl e volontariato – possa trovare come interfaccia di un'offerta fatta di logiche di messa in rete delle varie agenzie sociali. Al Comune spetta il compito di regolare e coordinare le attività, nonché controllare la funzionalità e la qualità dei servizi». Tra gli effetti attesi, la realizzazione di quelle politiche di inclusione sociale volte a contrastare l'impoverimento che investe anche e soprattutto la nostra città, specie sui versanti periferici. «Una strategia di tutela sociale», conclude l'assessore Pippo Rao, «finalizzata a sostenere fasce sempre più vaste di popolazione che afflitte da vecchie e nuove emergenze versano in condizioni crescenti di difficoltà. Segmenti di popolazione espulsi da ogni processo di sviluppo, ai margini dell'esclusione o dell'emarginazione con conseguenze oggettivamente gravi per un contesto di per sé già degradato come il nostro».

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